OPROEP |
Come annunciato la scorsa settimana, è iniziato questa mattina lo sciopero della fame a oltranza di Diego Esposito (nome di fantasia) , vittima don Silverio Mura, il sacerdote napoletano nascosto dalla curia.
Una protesta civile e non violenta con la quale Diego vuole sensibilizzare la Diocesi e le gerarchie vaticane alle quali chiede da 6 anni “verità e giustizia”. Scrisse anche a Papa Francesco il quale rispose a Diego, ma a distanza di due anni da quella risposta, Diego denuncia che niente è cambiato.
Nel 2013 l’ONU condannò pesantemente il Vaticano per le responsabilità omissive e per le coperture sistematiche che le gerarchie ecclesiastiche avevano attuato nei casi di abuso sessuale a danno di minori, facendo una serie di raccomandazioni di cui il Vaticano dovrà rendere conto il prossimo febbraio.
In quelle raccomandazioni si chiede al Vaticano una piena collaborazione con le autorità civili che perseguono gli abusi nei vari Paesi, la sospensione immediata dei sacerdoti accusati, la revisione dei Concordati nazionali (come quello del Laterano con l’Italia) nella parte in cui mettono al riparo la gerarchia cattolica dall’obbligo di denuncia dei reati di cui vengono a conoscenza.
Vengono inoltre richiesti alla Santa Sede adeguati risarcimenti per le vittime, e oltre gli indennizzi, misure di riabilitazione e cura sia fisica che psicologica. Chiede in oltre che vengano riconosciuti i figli dei preti e che venga garantito loro un adeguato sostentamento.
L’ONU ha chiesto al Vaticano la stessa cosa che oggi Diego e tante altre vittime di preti pedofili chiedono da sempre, la giustizia, che però pare non voglia arrivare.
Per questi motivi Diego Esposito ha iniziato oggi questa protesta civile e non violenta, lo sciopero della fame, che protrarrà ad oltranza, deciso ad ottenere una risposta concreta dalla chiesa.
Non è escluso che nei prossimi giorni si uniscano a questa clamorosa protesta altre vittime della Rete L’ABUSO, per sostenerlo e per chiedere anche loro giustizia.
Molti di loro, per l’esattezza 17, tra uomini e donne, nel maggio del 2014 avevano già mandato con un video, un pesante j’accuse a papa Francesco, denunciando l’immobilismo della chiesa e delle sue gerarchie.
Rete L'ABUSO |
L’ufficio di presidenza della Rete L’ABUSO Onlus
Per informazioni info@retelabuso.org
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