Rete L’ABUSO
Ci è voluto un articolo sul Fatto Quotidiano per far sì che in Vaticano qualcuno alzasse la cornetta e chiamasse Diego Esposito, in sciopero della fame da 10 giorni per chiedere notizie sul suo caso, oramai dormiente da anni.
A chiamare l’avvocato di Diego, Sergio Cavaliere, non è stato come ci si aspetterebbe Papa Francesco, ma mons. Angelo Becciu che già nel 2014 aveva scritto a Diego rassicurandolo (foto), e che oggi, sempre a nome di Papa Francesco chiede a Diego di interrompere lo sciopero della fame.
Mons. Becciu, pur non rispondendo a quelle che erano le richieste per le quali Diego aveva iniziato lo sciopero della fame, ha assicurato, che in breve tempo darà notizie sul procedimento che lo riguarda.
Diego ha cosi deciso di fidarsi nuovamente, sospendendo lo sciopero della fame.
Francesco Zanardi
Portavoce Rete L’ABUSO
31-1-2016
Una voce impacciata, un accento marcato, “Pronto, buona sera, chiamo da Napoli. Ho letto di quel ragazzo…. anche io cerco giustizia” poi cade la linea, forse butta giu.
E’ sabato sera, ore 23 circa.
Pochi minuti dopo il telefono suona un’altra volta, “io conosco don Silverio”, subito dopo “no niente, scusi l’ora, magari richiamo”. Ed è a quel punto che rispondo “stai tranquillo, anche io sono una vittima, capisco il tuo stato d’animo” e comincio, così, per rompere il ghiaccio, a raccontare la vergogna che provai quando mi recai a denunciare.
Mi ascolta attento, senza interrompere. Poi inizia lui, questa volta non più con quella voce impacciata, parte in quarta, è un vulcano in eruzione che andrà avanti senza pausa quasi 40 minuti. Anche se subito capisco poco, quasi nulla, racconta tante cose tutte insieme, lo lascio sfogare.
Al telefono c’è G. classe 1990 , dice di essere di Cicciano e dice di essere anche lui una vittima. La telefonata continua, a tratti riesco a fargli qualche domanda, spesso non risponde, cerco di capire se è attendibile o pure no. Poi mi racconta di alcuni particolari, mai resi pubblici, particolari che avevo già appreso da Diego.
Subito collego la telefonata di G. ad una e-mail che era stata inviata venerdì notte dal sito della Rete L’ABUSO, ma dice di non essere lui ad aver inviato quella mail.
Controllo i dati, il ragazzo della mail si chiama M. e indica un’altra zona, Secondigliano, un’altra età classe 1995 e mi da appuntamento telefonico per la prossima settimana sottolineando che nel week end lavora.
Due presunte vittime, entrambi attendibili. Con una abbiamo parlato, dell’altra abbiamo per ora solo un racconto e un appuntamento telefonico.
Di don Silverio Mura sappiamo che fino al 2010 è rimasto nella parrocchia di Pollena Trocchia, poi, dopo la denuncia di Diego, il prete prende ufficialmente un periodo di pausa e scompare.
Nel 2012 Diego si rivolge alla Rete L’ABUSO che rintraccia il sacerdote.
Malgrado le precedenti denunce fatte al Vescovo Lucio Lemmo e ai Carabinieri di Ponticelli, scopriremo che don Silverio insegna ancora religione, proprio come quando adescò Diego, lo fa presso l’Istituto Alberghiero C. Russo di Cicciano (NA), anno 2012-2013.
Poco dopo ci rechiamo a Napoli per svolgere con Diego un piccolo lavoro di indagine per cercare di rintracciare altre vittime, magari non prescritte che permettessero con la loro denuncia l’intervento dell’Autorità Giudiziaria, reso vano dalla prescrizione di Diego. Arrivati sul posto don Silverio si dilegua ancora una volta.
Lo troveremo l’anno successivo, anno 2013-2014, ancora una volta in una scuola, questa volta a Volla (NA) presso le medie Matilde Serao.
L’anno successivo, finalmente, anche grazie alle continue denunce dell’associazione e al fatto che la vicenda di Diego diventa di dominio pubblico, Silverio interrompe l’insegnamento, ma resta comunque nei pressi di Napoli, sempre a pochissimi chilometri da dove abita Diego e senza che la curia abbia mai preso nei suoi confronti almeno dei provvedimenti per tutelare potenziali vittime.
L’ultimo avvistamento di don Mura risale alla scorsa settimana a San Giuseppe Vesuviano.
Portavoce Rete L’ABUSO
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